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Che storia le strade di Filadelfia

La città, teatro dell’Incontro mondiale delle famiglie, è la culla della democrazia americana

Una sala della Barnes Foundation con opere di Cézanne, Renoir e Van Gogh.

Una sala della Barnes Foundation con opere di Cézanne, Renoir e Van Gogh.

​I percorsi per la comprensione della storia americana convergono tutti su Filadelfia – gemma spesso dimenticata dai turisti europei negli Stati Uniti – che si troverà al centro dell’attenzione mondiale con l’arrivo del Papa a settembre. Anche prima che William Penn fondasse la città, i nativi americani e i primi coloni svedesi avevano identificato la regione a cavallo del fiume Delaware come un luogo ideale per gli scambi pacifici di merci e di idee. Ma fu Penn, che cercava un rifugio dall’intolleranza religiosa, a conferire alla città dell’est americano quello spirito infuso d’indipendenza e coraggio che spingerà le colonie britanniche a creare gli Stati Uniti d’America – la nazione che diventerà il simbolo mondiale degli ideali di democrazia e libertà. Oggi il carattere unico della “città dell’amore fraterno”, un’icona della spiritualità americana che ha dato i natali a due santi, John Neumann e Katharine Drexel, è visibile a occhio nudo nei suoi edifici e nelle sue strade. E scoprirlo aiuta a capire perché Benedetto XVI tre anni fa la scelse come sede dell’ottavo Incontro mondiale delle famiglie, dal 22 al 27 settembre prossimi. Come ha avuto modo di dire l’arcivescovo della città, Charles Chaput: «È più che mai opportuno celebrare la pietra d’angolo della società nel luogo dove si gettarono le fondamenta ideali della società americana».
Filadelfia è la madre della democrazia occidentale, la sua culla è l’Independence National Historical Park, sede di molti degli eventi che hanno portato la nascente nazione a emanciparsi dalla Corona britannica. La manciata di edifici e piazze dove alla fine del XVIII secolo i principi di uguaglianza e libertà furono codificati nella Costituzione americana è cresciuta con il tempo, fino a emergere nei primi anni del XXI secolo come un modello vivente di storia per le generazioni che vengono a sperimentarlo. Qui si trova la Pennsylvania State House (o Independence Hall), dove 56 uomini coraggiosi «rischiarono tutto: vita, fortuna e sacro onore» durante l’estate del 1776, sfidando il re d’Inghilterra. E qui, undici anni più tardi, si riunirono i rappresentanti di dodici giovani Stati americani per firmare la Carta degli Stati Uniti e tenere a battesimo il nuovo Paese.

di Elena Molinari