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Gotico d'argilla

La Bassa lombarda è costellata di chiese che fanno del cotto il più prezioso dei materiali

​Un’arte barbara, capricciosa, priva di misura. Sono questi i sinonimi di “gotico” per Giorgio Vasari. Lo storiografo, inventore del termine, vi condensava tutto ciò che non corrispondeva alla “maniera” degli antichi, che costituiva invece l’orizzonte del Rinascimento. Anche se, fatta la tara all’elemento “morale”, la giustapposizione non è immotivata, il gotico della bassa lombarda costringe a rivedere il giudizio vasariano. Certo, Oltralpe le ambizioni architettoniche erano smisurate, le pietre delle cattedrali arrivavano ad altezze inimmaginabili e fiorivano di bizzarrie e figure dall’estenuata eleganza. Ma da questa parte dell’arco alpino i venti arrivavano mitigati. E infatti il Duomo di Milano è la più esotica delle chiese d’Italia, la prima e quasi la sola in Lombardia che adotti modelli europei. Altrimenti quello della bassa è un gotico d’argilla. Lo slancio verticale preferisce alla retorica del proclama il dialogo di corti pinnacoli che non tolgono spazio al cielo. L’eleganza è quella di fragili trine di cotto, di contrappunti di pietra su superfici come pagine stese ad asciugare al sole......
 
di Alessandro Beltrami