Luoghi dell' Infinito > La fiaba di Teodolinda

La fiaba di Teodolinda

Nel Duomo di Monza sui ponteggi della cappella degli Zavattari per ammirare gli affreschi del Quattrocento al termine dei restauri

​C’era una volta una regina bella, saggia e pia di nome Teodolinda. La sua storia la raccontarono come la più luccicante delle fiabe gli Zavattari nella cappella a lei intitolata nel Duomo di Monza. È lo stesso spazio che custodisce la Corona Ferrea, oggetto simbolo dell’Occidente europeo e che la tradizione vuole forgiato a partire da uno dei chiodi di Cristo proprio per iniziativa della regina longobarda. Alla sposa di Autari e quindi di Agilulfo, sul trono del Regnum Italiae per ventotto anni, si deve la fortuna della città lombarda, scelta intorno al 595 come capitale estiva. Non stupisce che a Teodolinda Monza abbia tributato una venerazione durata nei secoli.
Tra il 1441 e il 1446 gli Zavattari, stirpe di pittori milanesi, ne cantarono la vita in quarantacinque scene. La traccia è la Historia Langobardorum di Paolo Diacono ma lo sviluppo nei 500 mq delle pareti, decorate da cima a fondo, assomiglia ai capitoli di un lungo roman cortese. Il ciclo è d’altronde uno dei più celebrati del gotico internazionale in Italia. I dipinti restituiscono un’idea estremamente vivida di come dovesse essere la vita nella metà del Quattrocento alla corte milanese dei Visconti, una delle più sfarzose dell’intera Europa......
 
di Alessandro Beltrami