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L’arte della fede

​Perché la Chiesa oggi dovrebbe interessarsi di arte, o meglio delle arti? Perché dovrebbe prendersi cura del proprio patrimonio culturale, materiale e immateriale? Semplicemente perché l’ha sempre fatto? Potrebbero invece proprio i “beni” sedimentatisi nei secoli e la produzione di nuovi rivelarsi un “bene” per ridiscutere e ridefinire la propria identità e il proprio ruolo in un presente lacerato e di difficile interpretazione? Lo speciale del nuovo numero di “Luoghi dell’Infinito”, mensile di cultura, arte e itinerari, in edicola con “Avvenire” da martedì 6 settembre, è dedicato alla ricchezza di una tradizione che ha visto sempre la Chiesa all’avanguardia, e alle possibilità inesauribili che i tesori di arte e di fede offrono se sappiamo tenerli vivi, tanto nei musei quanto sugli altari.
Il cardinale Gianfranco Ravasi, nel suo editoriale, sottolinea come non solo la pittura e la scultura ma tutte le arti da sempre sono al servizio della fede: un patrimonio immenso che ha dato vita a una vera e propria estetica teologica. Un ruolo guida nella riflessione contemporanea sui beni culturali ecclesiastici è rivestito dai musei diocesani, il cui compito, come osserva Domenica Primerano, presidente di Amei, non è solo conservare ma essere una presenza incisiva nella società. Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e il Servizio nazionale per l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana, spiega invece come quello della Chiesa sia un tesoro di tutti, risorsa viva per la comunità e per la riscoperta delle radici cristiane. Giuliano Zanchi, segretario generale della Fondazione Bernareggi, porta all’attenzione il caso di Bergamo, uno degli esempi virtuosi nel panorama italiano, mentre Giovanni Gazzaneo racconta l’installazione di Jaume Plensa nella basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia, dove il contemporaneo si sposa felicemente con il grande Rinascimento. Chiudono lo speciale due grandi visioni di assieme. La prima è una riflessione di Cataldo Naro, ripubblicata a 10 anni dalla morte, sul tema dei beni culturali ecclesiastici. La seconda è un’ampia ed esauriente ricognizione a firma di Pasquale Iacobone, responsabile del dipartimento Arte e Fede del Pontificio Consiglio della Cultura, attraverso cento anni di magistero papale sulle arti: da Pio X a Francesco emergono intuizioni, fraintendimenti e profetiche aperture.
La sezione Arti&Itinerari si apre con un servizio di Costanza Lunardi sull’attraversamento del Garda di Goethe, prima tappa del suo viaggio in Italia nel 1876. Andrea Semplici traccia un percorso negli enigmi della Patagonia, dove la fine è un inizio, il nulla è pieno di significato e la sua indescrivibilità ha stimolato decine di scrittori. Leonardo Servadio, infine, intervista Pergiorgio Branzi, giornalista e fotografo: l’Italia del boom, la vita quotidiana, la necessità di un’immagine etica.