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L’uomo della sindone

Mimmo Paladino, Veroniche (2015)

Mimmo Paladino, Veroniche (2015)

​Un numero speciale dedicato alla Santa Sindone, distribuito in edicola il 19 aprile in occasione dell’apertura a Torino dell’ostensione del Sacro Lino. È il lenzuolo più famoso e discusso del mondo. Tutti conoscono l’immagine dell’uomo morto in seguito a una serie di torture culminate con la crocefissione. Giovanni Paolo II l’ha definita “specchio del Vangelo” e “sfida all’intelligenza”.


“Luoghi dell’Infinito” dedica l’intero numero di aprile alla Sindone, in occasione dell’ostensione in programma dal 19 aprile al 24 giugno prossimi.
«La Sindone non è “reliquia” – scrive l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia nel suo editoriale – rimane una realtà per molti versi inesplicabile con gli strumenti della scienza e della storia. Ma le migliaia di pellegrini che verranno a Torino ci dicono che questo viaggio ha un senso nella prospettiva della fede. Una fede che ha bisogno di mistero quanto di bellezza». Mistero e bellezza che caratterizzano l’amore trinitario – come spiega il denso testo del teologo e arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte – disvelato nella Passione, morte e resurrezione di Gesù. Tre servizi, realizzati dai massimi esperti del tema, consentono di osservare da vicino la Sindone. Il biblista Giuseppe Ghiberti scende nel significato spirituale del velo sindonico: «Proprio perché racconta le cose del Vangelo – scrive il presidente emerito della Commissione diocesana per la Sindone – il velo sindonico può essere chiamato anche, in verità, “eco del Vangelo”. Specchio o eco sono richiami a una funzione di segno che è propria di questa realtà benedetta. È questo il titolo di nobiltà e l’indicazione del limite della Sindone: segno in funzione del segnato, al suo servizio, nel quale esaurisce tutta la sua funzione». Gian Maria Zaccone, direttore scientifico del Museo Diocesano della Sindone e vice-direttore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, ripercorre le letture e le polemiche che il sudario ha suscitato fin dal suo apparire a oggi.

Bruno Barberis, docente di fisica all'Università di Torino e presidente del Centro di Sindonologia, esamina lo stato della ricerca scientifica: i punti fermi – come le qualità dell’immagine (caratteristiche inspiegabili e tridimensionalità), le macchie ematiche, le ferite – e quelli oggetto di dibattito, come la datazione al C14 e la formazione dell’immagine. La meditazione di papi e poeti davanti alla Sindone è al centro del testo di Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone; mentre il fascino della storia irrompe con Franco Cardini, che affronta il complesso scenario degli “altri” volti santi, la cui storia si accompagna a guerre e visioni. Maria Antonietta Crippa racconta il “miracolo” della cappella della Sindone di Guarino Guarini, architettura dove si sposano fede e ragione. Marco Bonatti, già direttore del settimanale di Torino “La Voce del Popolo”, racconta, attraverso le ostensioni più recenti, la devozione popolare e il significato pastorale e “civile” del Sacro Lino. Spetta infine a Riccardo Maccioni ripercorrere la grande tradizione della santità sociale nella città della Sindone, vera e propria “metropoli della Carità”. Anche la consueta sezione dedicata ad Arti&Itinerari ruota attorno al tema. Giovanna Parravicini affronta le immagini acheropite, ossia non dipinte da mani d’uomo, fondamentali per lo sviluppo e il culto delle icone. Timothy Verdon entra invece nelle pieghe dell’iconografia del Compianto sul Cristo morto, dal Beato Angelico (la cui tavola è esposta per l’occasione nelle sale del Museo Diocesano torinese) fino a Michelangelo. Antonio Paolucci fa risuonare gli echi sindonici della Deposizione di Caravaggio. La Passione di Cristo, uomo e Dio, nell’ottica dell’arte occidentale è infine al centro del testo che Andrea Nante dedica ai crocefissi di Donatello, in mostra nel Museo Diocesano di Padova.