Luoghi dell' Infinito > Pienza, il sogno del papa umanista

Pienza, il sogno del papa umanista

Pio II Piccolomini trasformò il suo borgo natale in città ideale, ma non potè rimuoverne il passato

Uno scorcio della piazza di Pienza con la cattedrale e palazzo Piccolomini, realizzati su disegno di Bernardo Rossellino (Scala)

Uno scorcio della piazza di Pienza con la cattedrale e palazzo Piccolomini, realizzati su disegno di Bernardo Rossellino (Scala)

​Nella Toscana meridionale, sorge nella valle del fiume Orcia un modesto agglomerato urbano che non conta nemmeno tremila abitanti. Fino al Quattrocento inoltrato esso portò il nome di Corsignano. Nel XIII secolo divenne possesso feudale della potente famiglia dei Piccolomini. Vi ebbe appunto i natali, nel 1405, quell’Enea Silvio Piccolomini che dal 1458 al 1464 sarebbe stato papa con il nome di Pio II: e in suo onore Corsignano cambiò il nome in quello di Pienza.
La cittadina offre al visitatore un volto sereno, lindo ma al tempo stesso sconcertante. Una strada abbastanza ampia e dritta lo divide quasi simmetricamente in due parti ed è interrotta da un’ariosa piazza trapezoidale sulla quale si affacciano un grande palazzo gentilizio, un duomo dalla severa facciata in travertino scandita in due piani e tre arcate con elegante campanile poligonale, un edificio con portico e un pozzo-cisterna centrale, importante in quella regione alquanto arida. In direzione sud l’Amiata, lontana ma incombente con il suo quasi perfetto cono d’origine vulcanica, fa da sfondo a questa piazza non grande ma abbastanza regolare, armoniosa, degna – si direbbe – di un grande centro. L’insieme offre uno spettacolo rigoroso, coerente, come se la città fosse stata costruita tutta in una volta, sulla base di un disegno unitario: anche se la necessità di adeguarsi a quel che c’era prima e di tenerne conto, costituì senza dubbio un limite rispetto alle esigenze geometrico-simboliche della concezione piccolominiana......

di Franco Cardini