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Sebastiano Vassalli, nei vapori della pianura

La terra di risaie attorno Novara è il cuore delle storie narrate dall’autore della “Chimera”

​«Dalle finestre di questa casa si vede il nulla» sembra dire Sebastiano Vassalli affacciato alla finestra per accogliere il visitatore nella sua antica canonica in mezzo alle risaie novaresi. Chissà se pronuncia davvero quelle parole o sono una suggestione della memoria per ogni lettore della Chimera, il suo successo che dura da venticinque anni?

Lo scrittore che vediamo riceverci sporgendosi dalle persiane è, in verità,  una raffigurazione molto realistica in una delle opere in maiolica sulla facciata della sua casa, la Marangana, trasformata in una quadreria all’aperto, che con il linguaggio dell’arte connota il mondo di Vassalli e quasi lo riflette. Nelle ceramiche infisse nei muri c’è infatti la letteratura, con le copertine dei suoi libri riprodotte in grandi tondi, e c’è la natura – con gli aironi e gli altri animali di queste terre, che scorgiamo sulle piastrelle ma abbiamo appena avvistato fuori, tra gli argini di campi sterminati che all’inizio d’autunno hanno il colore dell’oro, prima della trebbiatura e delle avvisaglie delle nebbie di quando comincerà a fare freddo. Là «d’inverno le montagne scompaiono, il cielo e la pianura diventano un tutto indistinto… il nulla è una pianura vaporante». Diverso è in primavera «quando il cielo è blu come l’acqua delle risaie in cui si rispecchia e l’autostrada è così vicina che sembra di poterla toccare e le Alpi cariche di neve stanno là, in un certo modo che ti si allarga il cuore solamente a guardarle».

Questo «viaggiatore nel tempo», come si è definito in una recente autobiografia, ama tornare nei suoi romanzi a questa terra di frontiera tra Piemonte e Lombardia, in epoche diverse ma accomunate da una medesima visione: «Un orizzonte molto vasto, di decine e di centinaia di chilometri; con le città e i villaggi e le opere dell’uomo, i fiumi che incominciano là dove finiscono le nevi; e le strade: un crocevia di vite, di storie, di destini, di sogni». Qui occorre arrivare per cercare di capire il segreto del fascino discreto di un paesaggio disegnato dall’acqua: non soltanto quella dei fiumi Sesia e Ticino che delimitano questa piccola Mesopotamia padana, ma anche quella di rogge, canali, fontanili, sorgive......

di Roberto Cicala