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Sulle strade con Karol

Da studente e da lavoratore, da prete, vescovo e papa Cracovia è intrisa dei passi e delle parole di Wojtyla. Il racconto del suo segretario particolare e successore nella “città che concentra la storia della Polonia”

​Cracovia è una delle città più antiche della Polonia, la sua università, fondata nel 1364, è la più antica di questa parte d’Europa e oggi il polo universitario è in forte espansione. Per tre secoli fu capitale della Polonia, sotto le dinastie dei Piasti e degli Jagelloni (1320-1596). Viene chiamata “Roma del Nord” per la considerevole quantità di chiese e conventi.
Karol Wojtyla ha vissuto a Cracovia quarant’anni, dal 1938 al 1978. Qui fu ordinato sacerdote, nel 1946 e poi vescovo, nel 1958. Negli anni 1963-1978 fu arcivescovo metropolita della città. Una volta asceso alla Sede di Pietro, sarebbe tornato a Cracovia durante tutti i suoi viaggi in Polonia.
Ogni angolo della città è ricco di ricordi di Giovanni Paolo II. A cominciare dagli studi letterari che il giovane Karol intraprese nel 1938, passando per il periodo travagliato della guerra e il successivo servizio pastorale, Cracovia fu la sua vera casa. I luoghi legati al Santo Padre compongono un itinerario che attraversa tutta la città: dalla casa in via Tyniecka  all’ex stabilimento Solvay, passando per la parrocchia di San Floriano, il palazzo dei Vescovi in via Franciszkanska, l’appartamento in via Kanoniczna, fino alla chiesa Arca del Signore a Bienczyce e all’abbazia a Mogila, oggi parte di Nowa Huta.
Giovanni Paolo II parlò di Cracovia durante il suo primo pellegrinaggio apostolico in patria nel giugno 1979: «Credetemi, non è facile lasciare Cracovia. Qui, in questa terra, sono nato. Qui, a Cracovia, ho passato la maggior parte della mia vita, iniziando con l’iscrizione all’Università Jagellonica nel 1938. Qui ho ricevuto la grazia della vocazione sacerdotale in un momento difficile per la nazione, nel periodo dell’occupazione tedesca, mentre lavoravo come operaio nelle cave, nella fabbrica chimica Solvay a Borek Falecki. Così mi guidava Dio. Sempre qui nella cattedrale di Cracovia ho ricevuto l’ordinazione episcopale, e nel gennaio del 1964 ho ereditato il grande patrimonio dei vescovi di Cracovia dopo il principe cardinale Adam Stefan Sapieha e monsignor arcivescovo Eugeniusz Baziak, arcivescovo metropolita di Leopoli. Sin dai primi anni della mia vita, sin dalla mia infanzia, Cracovia ha rappresentato per me una particolare sintesi di tutto quello che è polacco e cristiano. Essa mi ha sempre parlato del grande passato della mia Patria. Ha sempre pienamente espresso lo spirito della sua storia. Ricordo la vecchia Cracovia, quella dei miei anni giovanili e universitari, perfino quelli dell’occupazione, e la nuova Cracovia, quella che, con la costruzione di Nowa Huta, è tre volte più grande – o forse anche di più? – rispetto al periodo precedente alla guerra; quella che mi ha visto condividere i suoi problemi come pastore, come professore, come vescovo e infine come cardinale». (Discorso inaugurale a Blonie, Cracovia, 6 giugno 1979)

di Stanislaw Dziwisz

traduzione di Kraków Karola Wojtyły