L'arte della tavola
Puro e impuro sono interpretazioni proiettate dall’uomo sul cibo e quindi sulle persone: separazioni che Gesù, amante della tavola, cancella per sempre. Due ampi servizi di Franco Cardini esplorano ambiti che hanno tra loro diversi punti di contatto: la lenta presa di coscienza dei gusti “degli altri”, ossia l’incontro, spesso choccante, con le tradizioni legate all’alimentazione delle civiltà non occidentali, e il legame tra cibo e monoteismi: i riti, le consuetudini, i tabù alimentari, le ricette e le tavole imbandite. In apertura della sezione dello speciale dedicata alle arti, Timothy Verdon offre un’ampia panoramica sull’iconografia dell’Ultima Cena, con una particolare lettura della sua funzione in ambito liturgico. Antonio Paolucci analizza la prima “natura morta” della storia: un magnifico mosaico pavimentale in cui un artista greco ha rappresentato a grandezza naturale i resti di un banchetto. Un’opera tra illusionismo spettacolare e melanconica riflessione sul fuggire della vita. Le fotografie di Pepi Merisio sull’Italia del convivio offrono il destro a Ulderico Bernardi per un’analisi di come il boom economico abbia rivoluzionato le abitudini alimentari degli italiani, cancellando la fame atavica ma scardinando anche il tempo della famiglia attorno alla tavola. Sono invece le nature morte alla fiamminga scattate da Mauro Davoli il corredo di immagini dell’antologia poetica, da Omero a Derek Walcott, curata da Roberto Mussapi. Alessandro Zaccuri, infine, racconta come attorno al cibo e ai suoi significati ruotino grandi capolavori del cinema. Mantiene un cuore milanese anche la sezione Arti&Itinerari.
Elena Pontiggia racconta le meraviglie della mostra a Palazzo Reale dedicata al tempo dei Visconti, quando la città divenne una delle capitali del gotico internazionale. Alessandro Beltrami ci conduce invece in un largo giro attraverso la cintura di abbazie sorte attorno a Milano tra XI e XIII secolo. Complessi – in parte ancora abitati da comunità monastiche – che attraverso l’ora et labora fecero di questo di questo territorio uno dei più fertili, spiritualmente e fisicamente, d’Europa.