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La polifonia di pellegrini sul cammino per Santiago

​«E dissi “peregrini” secondo la larga significazione del vocabulo; ché peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori de la sua patria; in modo stretto non s’intende peregrino se non chi va verso la casa di sa’ Iacopo o riede...». Così Dante Alighieri scrive nella Vita nuova riferendosi a quel pellegrinaggio che, oggi come un tempo, i fedeli intraprendono da ogni parte d’Europa verso il santuario spagnolo di Santiago de Compostela per rendere omaggio al luogo dove è sepolto san Giacomo il Maggiore, il primo martire tra gli apostoli.
Dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco, il Camino de Santiago rappresenta quel lungo viaggio che si conclude passando attraverso il meraviglioso Portico della Gloria della cattedrale galiziana, sorta nei pressi del “Finis Terrae” – cioè il confine del mondo conosciuto – dopo che nel IX secolo vennero rinvenuti i resti del corpo decapitato dell’apostolo.
Nonostante sin dal Medioevo il culto di san Giacomo si sia diffuso in modo sempre più capillare, l’apparato musicale legato alle celebrazioni in suo onore è ancora in gran parte da scoprire. La fonte primaria di informazioni a tale riguardo è costituita dai cinque volumi del Liber Sancti Jacobi, meglio conosciuto come Codex Calixtinus, prezioso manoscritto del XII secolo che raccoglie diverso materiale di carattere storico, liturgico e agiografico: dai miracoli del santo ai sermoni e all’ufficio liturgico per le grandi feste in suo onore, dalle visioni di Carlo Magno alla descrizione delle campagne militari dell’imperatore contro i Mori.
Al suo interno ci si imbatte anche in una vera e propria “guida del pellegrino” (l’Iter pro peregrinis ad Compostellam, concepita per fornire indicazioni utili per il “viaggio della fede” compiuto verso il santuario), ma soprattutto in alcune testimonianze musicali di eccezionale valore documentario, fondamentali per ricostruire il processo evolutivo del repertorio gregoriano e la nascita delle prime forme di polifonia: si tratta di una ventina di brani caratterizzati da una straordinaria forza sperimentale e d’avanguardia, in cui la sovrapposizione di nota su nota, linea melodica su linea melodica mira a conferire nuova veste sonora alla preghiera comunitaria.
Le trame contrappuntistiche del responsorium a due voci Dum esset salvator in monte o del conductus Congaudeant catholici – attribuito al magister Albertus Parisiensis e considerato in assoluto la prima composizione a tre voci giunta fino a noi – testimoniano della dimensione spirituale dell’homo viator, delle sue gioie e dei suoi dolori, affidati a un canto che diventa nel contempo inno di lode e forma d’arte; e per dirla con il motto con cui i pellegrini si incoraggiavano a vicenda sulla strada verso Santiago, “Ultreya, suseya, Deus adjuva nos!” (Più avanti, più in alto, con l’aiuto di Dio).
• Invito all’ascolto. Codex Calixtinus: Un camino de Santiago, Ensemble La Fenice, Jean Tubery, (Ricercar / Self - Tàlea); Compostela, Ensemble Organum, Marcel Pérès (Ambroisie / Ducale); Pilgrimage to Santiago e Santiago a cappella, The Monteverdi Choir, John Eliot Gardiner (Soli Deo Gloria / Sound and Music).

di Andrea Milanesi