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Via Francigena i valichi alpini e Aosta

​“Francigena” è  un aggettivo e un nome comune: è la tradizione ad averne fatto un nome proprio.
Noi la chiamiamo Francigena, come potremmo chiamarla Romea: dipende se vediamo la strada come “originata” da nord o da sud. È vero che tutte le strade conducono a Roma; ma è vero anche che tutte dall’Urbe partivano. Della grande Via peregrinorum dall’arco alpino a Roma (e/o viceversa) ecco qua un breve compendio; o, per essere chic, quello che gli anglofoni definiscono un companion e i francofoni un abregé.
Per comodità di esposizione e di lettura, abbiamo compendiato l’esposizione del cammino in otto puntate: vale a dire in otto settimane calcolate di sei giorni con uno, magari la domenica, di riposo. Un percorso di oltre 900 chilometri, che si potranno percorrere a piedi in quarantotto giorni di viaggio, o anche qualcosa di meno.
Troppo spesso si dice che la Francigena “parte da Canterbury”. È un diffuso errore che si ricollega al diario di viaggio di un celebre pellegrino diretto ad limina Petri, l’anglo Sigerico, vescovo del capoluogo del Kent. Nel viaggio di ritorno verso l’Inghilterra percorse la Via Francigena ma, dopo Pavia, piegò a nord-ovest, abbandonandola.
Quanto a noi, partiamo da due punti diversi, a vostra scelta: o dal passo più occidentale, il Moncenisio; o da quello più orientale, il Gran San Bernardo.
La prima tappa vi porterà in due successive giornate dal Moncenisio alla Sacra di San Michele; o dal Gran San Bernardo (l’antico Mons Iovis) ad Aosta.
Chi opterà per la scelta occidentale, già testimoniata come accesso all’Italia dall’Itinerarium Burdigalense del 333,  giungerà in una giornata a Susa - alla confluenza con la via che scende dal Monginevro - dove potrà visitare la bella cattedrale di San Giusto. Con la seconda tappa, un po’ lunga e senza dubbio faticosa da compiere a piedi, arriverà alla Sacra di San Michele, la mirabile abbazia sospesa a picco sulla strada del fondovalle della Valle di Susa.
Chi invece parte dal Mons Iovis, all’ospizio del Gran San Bernardo avrà la gioia di farsi rilasciare il primo timbro sul carnet del pellegrino. Quindi, attraverso Saint-Rhémy-en-Bosses ed Echevennoz, arriverà (nemmeno 30 chilometri) ad Aosta.
Qui i due gruppi potrebbero riunirsi per proseguire insieme. Aosta, che la leggenda vuole fondata da Cordelo, capostipite dei Galli Salassi, dei quali fu centro militare, deriva il suo nome dai Romani, che la conquistarono al tempo di Augusto stabilendovi l’insediamento militare appunto denominato Augusta Prae­toria. L’arco trionfale di Augusto fu innalzato per commemorare la vittoria sui Galli del 25 a.C. Il pellegrino visiterà la splendida cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista, il complesso di Sant’Orso e l’area del foro romano con il criptoportico forense. Tra le numerose attrazioni aostane ricordiamo alla fine di gennaio (il 30 e il 31) la bella fiera artigiana di Sant’Orso, e a ottobre il “combattimento” delle mucche valdostane.
Vi attende adesso una giornata di faticosa camminata, per quasi 28 chilometri: anche chi è in buona forma sarà messo a dura prova. In cambio, il quadro paesaggistico sarà superbo.
Scenografica l’uscita da Aosta: dal­l’Arco di Augusto si attraversa il ponte romano a una sola arcata lungo 17 metri  e, percorso un itinerario ricco di castelli -  ben noto ai turisti e agli amanti dell’arte è quello di Fenis -  e di villaggi abbandonati, si arriva al centro di Châ­tillon, nel medioevo feudo della potente dinastia feudale degli Challant.
La tappa successiva non supera i  venti chilometri, ma dovete guadagnarveli. Del resto sarà un piacere: bellissimi panorami sul fiume Dora Baltea, splendide vigne, storici e favolosi castelli come quelli dei Passerin d’Entrèves, di Chenal, di Saint-Germain (ma dovrete affrontare qualche deviazione) e di Issogne. Subito dopo aver lasciato Châ­til­lon, a Saint-Vincent, vale la pena di visitare il centro termale Fons Salutis, una delle numerose località della Via Francigena conosciute per cure variamente connesse con l’acqua, dalle terapie idropiniche a quelle costituite da bagni a varia temperatura.
Ed eccovi ormai pervenuti a Verrès, l’antica mansio di Vitricium, sulla via romana per le Gallie.