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Bombay e i duecentomila pasti su due ruote

In una città come Mumbai/Bombay, con più di venti milioni di abitanti e un’estensione di quattrocento chilometri quadrati, è normale pensare che la vita sia caotica e che i trasporti siano impossibili. Le masse che si spostano, il rumore assordante e l’inquinamento rendono questa città una sfida per chiunque ci viva. Eppure qui è stato inventato il sistema più efficiente al mondo affinché chi va al lavoro trovi all’ora di pranzo il cibo cucinato dalla moglie. Questo la dice lunga sul modo di vivere indiano: l’idea che in una metropoli la gente non rinunci alla dimensione domestica, anche se il cibo deve percorrere decine di chilometri. Laddove la razionalità direbbe molto più sensato lo spuntino al caffè o alla trattoria sotto l’ufficio, vince il dato culturale.

Il sistema ha cominciato a funzionare nel 1880: una catena di dabbawalla, cioè di portatori di cibo (in gavette metalliche sovrapposte), che si recano in bicicletta (o in treno e poi in bici) a consegnare in tutta la città il cibo che hanno raccolto porta a porta. Sono in genere ragazzi analfabeti che si orientano con un sistema di colori assegnati per aree della città. Sono riuniti in una specie di enorme sindacato; oggi sono circa cinquemila e distribuiscono tra i 175 e i 200mila pasti al giorno. La cosa più impressionante è che il margine di errore della consegna è minimo, al punto tale da avere fatto rientare i dabbawalla tra i primatisti di “Forbes” dell’efficienza di un sistema (six-sigma). Per entrare tra i six-sigma bisogna dimostrare che il proprio margine di errore è di 3,4 sbagli per un milione di casi. E loro lo hanno dimostrato addirittura al principe Carlo d’Inghilterra, che in una visita ufficiale si era incuriosito del fenomeno.

Recentemente è uscito un film dedicato a loro, che si chiama Lunch Box ed è la storia di uno degli errori. Visto che non è quasi possibile ricevere il pasto sbagliato, quando avviene si produce una vera e propria commedia degli errori. E può accadere, come nel film, che si formino nuove relazioni (il pasto ricevuto è talmente buono che non può essere stata la propria moglie e questo genera una ricerca che finisce per ribaltare alcuni rapporti). Ma, a parte la fiction, quello che rimane fondamentale nella storia dei dabbawalla è che è un’organizzazione semplicissima e “dal basso” richiede mezzi poveri e per questo efficienti: bici, piedi, persone. Altre città hanno sperimentato la stessa cosa: ad esempio a San Francisco l’unico sistema di posta funzionante davvero in città è quello dei bike-messenger, famosi per le loro acrobazie e per la loro abilità di svicolare negli ingorghi.

di Franco La Cecla​