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I colori del trecento

​Le ombre del mondo e la luce delle arti. Da una parte una crisi economica profonda, carestie, peste e guerre che seminano morte e paura... Dall’altra la costruzione di cattedrali, basiliche, abbazie e cappelle, decorate da alcuni tra i più formidabili artisti di sempre: Giotto, Pietro Cavallini, Simone Martini, i Lorenzetti, Altichiero... Il Trecento è tutto questo, polvere e gloria insieme. Ai colori del “secolo d’oro degli italiani”, come lo definisce Antonio Paolucci, è dedicato lo speciale del numero di “Luoghi dell’Infinito”, il mensile di itinerari, arte e cultura di “Avvenire”, in edicola da martedì 7 novembre.
Nell’editoriale, lo storico Franco Cardini traccia un profilo di questa epoca densa di contrasti, in cui la coscienza della precarietà dell’esistenza – soprattutto alla luce della prospettiva dell’eternità – sembra suscitare tra i ricchi mercanti di tutta Italia una sorta di corsa alla carità verso i poveri e alla bellezza nelle chiese, gigantesca coloratissima supplica di perdono al Signore. Antonio Paolucci racconta perché il Trecento, percorso da una grande rivoluzione nelle arti figurative, può essere considerato il vero “Rinascimento” italiano, grazie, soprattutto, allo sviluppo della tecnica dell’affresco. Francesca Flores D’Arcais si concentra su Padova, che sotto i Carraresi diventa un polo artistico di primo livello: da Giotto, che vi dipinge a lungo – non solo agli Scrovegni – ma anche Guariento, Altichiero e Giusto de’ Menabuoi. Ancora Paolucci, per raccontare l’epico restauro degli affreschi del Camposanto monumentale di Pisa, mentre Davide Rondoni offre la sua voce di poeta al cappellone di San Nicola a Tolentino, testimonianza della grandezza del Trecento in Italia anche in quella che “provincia” è solo di nome. Saverio Hernandez entra prima nello specifico della tecnica dell’affresco, che rende quasi eterno il colore incorporandolo al muro, e poi traccia un profilo dell’arte nella Napoli angioina, vera capitale europea del gotico.
La sezione Arti&Itinerari offre due servizi. Il primo è una sorta di dialogo tra l’antologia poetica curata da Roberto Mussapi sul “doppio tema” del bianco e degli uccelli, e le spettacolari foto del Wildlife Photographer of the year. Il secondo, a firma di Enrico Gusella, racconta l’epopea e lo splendore in bianco e nero delle fotografie di Werner Bischof.