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Leonardo, uomo dei due mondi

​Il 2 maggio 1519 moriva nel maniero di Cloux, ad Amboise, Leonardo da Vinci. I cinquecento anni dalla sua scomparsa sono al centro di manifestazioni, celebrazioni, pubblicazioni. Ma chi fu davvero Leonardo? La definizione di “genio del Rinascimento” quanto racconta e quanto nasconde?

Il numero 239 di “Luoghi dell’Infinito”, in edicola da martedì 7 maggio con il quotidiano “Avvenire”, vuole raccontare la sua figura. Leonardo appare in tutto ciò che fa un uomo mosso dal desiderio di sapere, capire, provare. Una curiosità che lo smuove continuamente, lo porta verso la realtà nei suoi aspetti molteplici. Ma da sola la curiosità non basta. Forse come nessun altro egli ha saputo unire e far dialogare arte e scienza. E forse ha ragione Herman Hesse: «In Leonardo come in Goethe è l’amore il mistero che sta alla base dell’universalità». 
L’editoriale che apre lo speciale “Leonardo uomo dei due mondi”, ossia arte e scienza, è del cardinale Gianfranco Ravasi, che per molti anni, come prefetto della Biblioteca Ambrosiana, ha custodito il Codice Atlantico. Segue quindi una serie di servizi dedicati a Leonardo artista. Il primo è di Antonio Natali, a lungo direttore della Galleria degli Uffizi, che contro la feticizzazione del genio e della sua opera propone di recuperare la capacità di vedere davvero la “pittura come poesia” di Leonardo per quello che davvero è e significa. Antonio Paolucci si assume invece il compito di raccontare le “Madonne di Leonardo”, dall’Annunciazione alla Vergine delle Rocce fino alle raffigurazioni con il Bambino e sant’Anna: dipinti in cui al centro c’è l’anima di Maria. Per Timothy Verdon la “grazia” e la “gentilezza” della pittura di Leonardo superano il naturalismo per suggerire l’inesprimibile impronta della vita. Spazio anche al retroterra culturale e artistico di Leonardo, con la grande mostra di Palazzo Strozzi a Firenze dedicata al maestro suo e di molti altri (al punto da essere una figura centrale dell’intero Rinascimento): Andrea del Verrocchio. Scrivono di lui i due curatori, gli storici dell’arte Francesco Caglioti e Andrea De Marchi. Maria Antonietta Crippa analizza infine le carte di Leonardo architetto e urbanista, i cui progetti rivelano la dimensione umanistica del suo pensiero. Una seconda serie di articoli è dedicata a Leonardo “scienziato”. L’epistemologo Giuseppe O. Longo getta un ampio sguardo a questo aspetto, sottolinenando le sue grandi intuizioni e mostrando le sostanziali differenze rispetto alla modernità. Un approfondimento di Claudio Giorgione, curatore della mostra alle Scuderie del Quirinale a Roma, spiega la vera origine delle macchine di Leonardo e del suo pensiero ingegneristico, da cui emerge quanto Leonardo sia figlio della sua epoca e quanto invece se ne distacchi, soprattutto per una nuova capacità di osservare attraverso il disegno e mettere in relazione vasti campi del sapere.  Chiudono lo speciale un itinerario di Stefano Zuffi nei luoghi di Leonardo a Milano e in Lombardia, la sua terra “d’elezione”, e un articolo di Franco Cardini che dipinge un affresco sul Rinascimento smontando equivoci storici e illuminando lo stretto rapporto esistente tra pratica e intelletto.