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Un quarto di secolo

Testimonianze e auguri venticinque anni di questa rivista, sempre sulla via della bellezza

Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”
Comincia a scorrere, da questo numero 265, il venticinquesimo anno di “Luoghi dell’Infinito”, il mensile di arte e itinerari culturali di “Avvenire”. E continua la storia di un’impresa editoriale ingenua e raffinata, povera eppure straordinariamente ricca. Sì, davvero ingenua in tempi di battage smodati (o subliminali) perché l’unica e sola promozione pubblicitaria che in questi anni l’ha accompagnata è stata l’evidenza del buon giornalismo e del coinvolgente approfondimento che la caratterizza e il “passaparola” tra lettori entusiasti ed eccellenti, proprio come i suoi curatori e le sue firme. Raffinata (e tenacemente amata, e scoperta con emozione da nuovi lettori) per la qualità di scrittura, immagini e confezione grafica. Povera, proprio come ogni lusso dell’intelligenza. E ricca, di libertà tematica e intellettuale tanto quanto di fedeltà alla bellezza e ai valori che alla bellezza danno anima. Di questo bisogna essere grati all’Editore, al mio predecessore Dino Boffo che questa impresa tenne a battesimo, e a coloro che più di tutti contribuiscono a farla arrivare ogni primo martedì del mese nelle edicole e agli abbonati: l’appassionato coordinatore Giovanni Gazzaneo, e con lui Edoardo Castagna, Alessandro Beltrami, Lorenzo Rosoli, Massimo Dezzani e Antonio Talarico. In questo quarto di secolo è cambiato molto, quasi tutto, nel mondo della comunicazione e dell’editoria, e il nostro mensile oggi si può sfogliare – stavo per scrivere assaporare – anche in forma digitale, ma restano intatti la possibilità e il fascino del poter tenere in mano uno dei sicuri luoghi dell’infinito che chiunque, tramite queste pagine di carta, può raggiungere. Uso le minuscole, qui, e rinuncio alle virgolette, perché non evoco il contenitore, ma i suoi contenuti. Che per me sono motivo di orgoglio (peccato veniale, spero) e per gli amici e le amiche che ci leggono conferma di un’amicizia profonda e di un limpido impegno.

Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana
«L’arte non ripete le cose visibili, ma rende visibile…». Ho pensato spesso a queste parole di Paul Klee, figura eminente dell’arte del XX secolo, non solo per la loro efficacia descrittiva e concettuale, ma perché restituiscono il senso e l’essenza dell’arte. C’è un “di più”, infatti, che la percezione sensibile e primordiale non riesce a contenere e che la bellezza artistica “rende visibile”. Non si tratta di semplice riproduzione visiva, ma di contatto con il Trascendente.
È quella visione dall’alto che diventa richiamo, anelito verso l’Infinito. È uno sguardo oltre, appunto, ciò che la stessa vista può fissare e contenere. È dilatazione del campo visivo che sa cogliere l’interiorità dell’umanità nei segni e nei simboli, nelle tracce disseminate lungo la storia. E non c’è territorio che non accolga queste testimonianze. Vedere dal­l’alto consente di vedere il disegno nella sua interezza e, al contempo, di potersi abbassare per evidenziarne la ricchezza dei particolari.
“Luoghi dell’Infinito” non è una semplice rivista, è il luogo dove la bellezza si dispiega in pienezza e purezza, perché sapientemente inserita nel grande disegno del Creatore, che ci ha affidato la Terra e ci ha donato l’intelletto e i talenti per disegnarla, descriverla, viverla con rispetto e armonia. Dalle città ai panorami naturali, l’arte rende visibile quel che si rischia di non vedere più, per superficialità, stanchezza, distrazione, saturazione. Ma, accanto all’arte, vi è la capacità di chi sa cogliere e raccogliere gli elementi artistici che l’ingegno umano dissemina nel mondo, intessendoli in pagine che educano alla bellezza e alla storia, spesso intrecciate con la rappresentazione del divino.
Auguri a questa rivista che “rende visibile” ciò che l’occhio non scorge. Dopo venticinque anni possa continuare il suo impegno a raccontare tutti quei luoghi dell’infinito che caratterizzano i nostri territori. Soprattutto i piccoli borghi, dove sono custoditi scrigni meravigliosi. Auguri a tutta la redazione e ai lettori: puntate lo sguardo sempre oltre…
È la via della bellezza!

Nella rivista anche i messaggi di:
Gianantonio Borgonovo
Flavio Caroli
Mario Cucinella
Giuseppe Guzzetti
Emilio Isgrò
Guido Oldani
Daniela Padoan
Carlin Petrini
Andrea Riccardi
Davide Rondoni
Mariapia Veladiano
Stefano Zamagni
Antonino Zichichi