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attesa e grazia

​Tempo di Avvento, tempo di Natale. Tempo di attesa e di compimento: ma sempre tempo di grazia. Lo insegnano le Scritture, lo hanno cantato i poeti, lo hanno rivestito di colori e di forme gli artisti: nell’attesa e nella grazia ci sono una tensione verso un oltre e una sorpresa che sbaragliano. Così nella grotta di Betlemme si compie il più grande dei misteri, Dio che si fa bambino. “Luoghi dell’Infinito”, il mensile di itinerari, arte e cultura di “Avvenire”, dedica a “L’attesa e la grazia” il numero in edicola da martedì 5 dicembre.
Sono due gli editoriali che introducono il numero. Il primo è di Gloria Riva, che propone una lettura personale del quattrocentesco Trittico di Mérode, in cui Robert Campin ha dipinto una Annunciazione ricca di insoliti particolari. Nel secondo, Francesco Lorenzi, leader della band The Sun, racconta la sua esperienza dell’incontro, inconsapevolmente tanto atteso, con la grazia. Ermes Ronchi e Marina Marcolini rilevano le traiettorie unite di attesa e grazia nelle Scritture, attraverso le figure femminili che culminano in Maria, ma anche le parabole del Regno. Un racconto di rara bellezza è quello proposto da rav Giuseppe Laras: per la prima volta l’ex rabbino capo di Milano ha affidato alla penna i propri ricordi, a partire dall’addio alla madre deportata dalla Gestapo. È l’ultimo testo da lui scritto, prima della scomparsa, il 15 novembre scorso; nei temi e nei fatti appare come un vero e proprio testamento spirituale di questa grande figura del Novecento italiano. Anna Maria Cànopi è la terza tappa dello speciale. La madre badessa del monastero sul Lago d’Orta si mette in ascolto del lungo arco di tempo che va da Abramo al vagito di Betlemme: un storia che si muove sospinta dalla promessa di una voce umile e sconosciuta. Una voce a cui presta fede prima di tutti Maria, con il “sì” più celebre di tutti i tempi, messo al centro di due capolavori da Antonello da Messina, pittore che, come illustra Massimo Naro, è anche raffinatissimo teologo. Attesa e grazia nella pittura e nella poesia sono infine i piccoli preziosi saggi antologici offerti rispettivamente da Elena Pontiggia e Davide Rondoni.
La sezione Arti&Itinerari si apre con un percorso attraverso le numerose stagioni – da Bisanzio al romanico – di Ravenna, raccontate da Roberto Cassanelli. Francesco Riccardi ci porta invece tra i mosaici della Giordania, vere e proprie tessere della storia. Due infine le mostre raccontate in questo numero: Paolo Bolpagni ci accompagna tra le tele simboliste intrise di misticismo esoterico dei Rosacroce (Venezia, Collezione Peggy Guggenheim); Carole Haensler mette in luce la genialità grafica e l’acume intellettuale di Honoré Daumier (Bellinzona).