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sorella morte

​“Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare”. Creatura tra le creature, ci dice san Francesco, la morte è nostra sorella, non nostra nemica: orizzonte di ogni uomo, ma non parola ultima. Si potrebbe persino dire che il rapporto con la morte, la sua costante percezione e coscienza, è una delle condizioni che definiscono la specificità dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi: l’elaborazione del lutto e la domanda sul “poi” sono contemporanee al suo affacciarsi sul pianeta. Dalle prime sepolture, antiche di centomila anni, alle catacombe, dai grandi monumenti funebri alle moderne urne biodegradabili: il numero 244 di “Luoghi dell’Infinito”, in edicola con “Avvenire” del 5 novembre, è un viaggio alle soglie dell’aldilà.  Due gli editoriali che aprono il numero. Nel primo Siobhan Nash-Marshall, docente di filosofia al Manhattanville College di New York, ragiona sull’assimilazione propria della modernità tra male e dolore, un equivoco denso di tragici equivoci. Nel secondo lo scrittore Ferdinando Camon propone un testo, dal sapore autobiografico, sulla morte come orizzonte di tutto ciò che accade. Apre lo speciale il cardinale Gianfranco Ravasi che, quasi in un racconto intrecciato a storia e poesia, ripercorre le ore che portano alla morte di Cristo sul Golgota. All’antropologo Fiorenzo Facchini spetta il compito di illustrare le “forme dell’addio”: da centomila anni i riti di sepoltura esprimono il desiderio dell’oltre dell’uomo. Lo storico Franco Cardini allarga lo sguardo a come nella storia delle culture è stata marcata la soglia della morte. Lo speciale continua con un testo di Maria Antonietta Crippa dedicato alle sepolture cristiane, dalle catacombe ai cimiteri monumentali. La lunga vicenda legata alla tomba di Giulio II, capolavoro incompiuto di Michelangelo, è raccontata da Antonio Paolucci. Un altro caposaldo della storia della scultura funeraria è presentato da Massimo Lippi: la tomba di Ilaria del Carretto, di Jacopo della Quercia. Sergio Ramazzotti firma testo e fotografie di un reportage dal North Cemetery di Manila, tra le cui tombe vivono migliaia di persone. Infine Alessandro Beltrami osserva come architettura, cinema e letteratura evidenzino la trasformazione del rapporto con la morte in atto in Occidente.  La sezione Arte&Itinerari si compone di due servizi. Il primo vede il poeta Roberto Mussapi “leggere” tre fotografie premiate ai Wildlife Photographer of the Year Awards. Nel secondo lo storico Antonio Musarra ci porta tra le strade e i flutti di Porto Venere, dove ancora si può navigare nel Medioevo.