Ciol, orizzonti di luce e di terra

di Giovanni Gazzaneo

Occhi socchiusi e cura contadina in ogni scatto: così il fotografo immortala l’anima del paesaggio

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Il segreto per cogliere le geometrie della natura? Occhi socchiusi. Parola di Elio Ciol, forse il fotografo che meglio di ogni altro ha saputo offrirci l’anima del paesaggio, quell’armonia che si mostra al nostro sguardo nel segno della gratitudine.

Ottantaquattro primavere e l’entusiasmo del ragazzo che usciva di corsa dalla camera oscura, dove aveva passato ore, per buttarsi nel sole del cortile che l’accecava. «ho scoperto così la geometria della natura. la luce era forte e dovevo stringere gli occhi. Con le palpebre serrate restavano solo le linee essenziali, come delle mappe di chiaroscuro, l’ossatura interiore delle creature e del creato». accadeva soltanto ieri, quando la guerra era di casa in friuli e i nazisti occupavano casarsa della delizia (abbiamo raccontato di ciol in “luoghi dell’infinito” 127, marzo 2009).

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