Ispirata follia

di Beatrice Buscaroli

La scintilla del genio nella pazzia quotidiana: a Ravenna venticinque secoli di illuminazioni e di degenerazioni. Che hanno donato arte sublime

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A​l culmine della carriera, sette o otto anni dopo essere stato ammesso nella gilda dei pittori di gand, hugo van der goes entrò in un convento agostiniano come frate converso, vicino a Bruxelles. poco dopo ebbe le prime crisi. visioni, “frenesie”, grida. l’autore del trittico portinari è uno dei primi artisti malati di mente di cui si abbiano notizie. veniva amorevolmente curato con la musica dai suoi confratelli: aveva mangiato “cibi melanconici” oppure bevuto “vini gagliardi”, si domandavano i medici?Gli apostoli che appaiono ai piedi della morte della vergine di bruges sono tormentati e sconvolti; le mani arricciate dall’artrite: sono umili illuminati da dio, immagini tratte dalle strade, ritratti, o autoritratti.

Un depresso, forse. come, forse, un secolo dopo fu annibale carracci, colto sui primi del seicento da un’«estrema malinconia accompagnata da una fatuità di mente e di memoria che non parlava né si ricordava». disordini amorosi, sussurrano alcuni, altri follia, altri ancora dissolutezza. Annibale, bolognese a Roma, morì a quarantanove anni, famosissimo e solo, dopo aver lasciato al mondo uno dei capolavori della pittura di ogni tempo, la galleria farnese.

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