VERBA 172

di Anna Maria Cànopi

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«In eterno durerà la sua discendenza» (sal 89,37). Mentre, giovinetto, pascolava le pecore e giocava con la fionda, il signore lo scelse per consacrarlo re d’israele. figura profetica del Re-Messia, Davide ha un’esistenza attraversata da luci e ombre che manifestano la sua contrastante personalità e insieme rivelano la grandezza della potenza e della misericordia di Dio. Affrontando il temibile gigante Golia, davide rispose alle sue arroganti provocazioni con parole di fede pura: «tu vieni a me con la spada […]. Io vengo a te nel nome del signore» (1sam 17,45). Egli non lottava per la propria gloria, ma per difendere il popolo di Dio. E bastò un ciottolo per colpire a morte il gigante. La forza di Davide fu sempre la sua fede, che lo rendeva magnanimo anche verso i nemici.

Tale grandezza d’animo si manifestò più volte verso re saul, che in preda a folle gelosia tentò ripetutamente di ucciderlo (cfr. 1sam 19). Quando gli annunciarono che saul e il figlio giònata erano rimasti uccisi per mano degli amaleciti, li pianse con una struggente elegia: «o monti di gèlboe, non più rugiada né pioggia su di voi… / perché qui fu rigettato lo scudo degli eroi…. / o saul e giònata, amabili e gentili, / né in vita né in morte furono divisi» (2sam 1,22-24). Eppure quest’uomo dalla fede salda e dall’animo buono, un giorno, vinto dalla passione, cadde nel baratro del peccato di adulterio e di omicidio (cfr. 2sam 11-12). Grande fu la colpa, ma più grande il pentimento e il desiderio di espiazione che Davide portò in cuore per tutto il resto della vita. Dall’umiliante sconfitta morale gli derivò un’umiltà profonda e sincera. sia nella gioia che nel dolore, davide canta e danza per il suo Dio.

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