Il respiro dei monti nei versi della Dapunt

di Costanza Lunardi

Ritirata nel suo maso in alta Val Badia, la poetessa ritrae un mondo fatto di neve e di pascoli, di malattia e di spiritualità

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Nella stalla di Ciaminades le mucche ruminano i prati estivi, le erbe e i fiori falciati che il silente ronzio e l’ascetico cammino verso il prosciugamento hanno trasformato in fieno. Buio al mattino quando la stalla viene aperta, buio a sera alla chiusura. L’orto ha concluso il suo tempo di mescolanza di sinergiche e poetiche consociazioni tra utile e bello, rape e calendule, fiordalisi e sedano, rose e lamponi. molte essenze sono state raccolte al tempo giusto e poste a seccare per le tisane. «Tutto è qui nella riservatezza rurale che ripeto / mattina e sera, spesso unico sentiero / che pesto come a passeggio verso casa».

Per Roberta Dapunt il maso di Ciaminades, in alta Val Badia, è luogo di vita e laboratorio di poesia, radicato e comunitario eremitaggio, largo orizzonte dello sguardo al richiamo del mondo e meta di costante ritorno. Recenti le letture di poesia in germania, dove il suo libro Nauz (folio, 2012), scritto in ladino e tradotto in tedesco, è stato nominato tra gli undici libri più importanti del 2013 in ambito germanofono dall’accademia tedesca per la lingua e la letteratura e dal Lyrik Kabinett.

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