Quando la foto segna il tempo

di Laura Leonelli

Da Giacomelli a Capa, da Erwitt a Ray: il ritratto più vero della realtà è figlio dell’ascolto

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Perchè un fotografo è grande? Perché un uomo illumina con le sue immagini il nostro tempo? Perché quest’uomo, o questa donna, hanno trovato un punto di vista, parziale come è nel destino di noi tutti, ma capace di cogliere le tensioni del mondo. Leggendo le venti biografie che compongono il volume grandi fotografi, edito da contrasto, colpiscono al cuore le parole di Mario Giacomelli. «la fortuna – dice il maestro – è quella di essere nati poveri». La povertà come vicinanza alla terra e agli ultimi dei suoi figli.

La povertà come verità scelta, inizio e fine di ogni sguardo. E da quest’orizzonte basso, il primo a essere toccato dalla luce immensa del sole, da questa Italia arcaica si passa all’america degli anni ’50, la terra promessa che accoglie Elliott Erwitt, fotografo Magnum. un grande nella leggerezza e nel motto di spirito. Un grande quando ricorda che la prima regola nel suo lavoro «è avere cura di ciò che ci circonda e avere interesse per l’umanità e la commedia umana».

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