Mezzogiorno di vuoto

di Carlos Solito

Lungo la dorsale appenninica i borghi fantasma, dove pare che la storia si sia fermata, sono come gemme incastonate tra i monti. E conservano un fascino antico

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Non è raro nell’italia centro-meridionale, in luoghi un po’ sperduti, trovare borghi popolati solo da silenzi e sibili di vento. Senza più anima viva dopo frane, smottamenti, terremoti, alluvioni; poi esodi di massa, emigrazione. sono luoghi dove non capita di arrivare per caso: questi musei a cielo aperto sono lontani dalle maggiori arterie stradali e anche a vederli – sul ciglio di una gola, sulla vetta di una montagna, tra le pieghe di un calanco – è difficile immaginare che ci sia una strada che vi arrivi davvero. Sono lontani da tutto e tutti, e lontani da questo tempo.

Dall’Abruzzo al Molise, dalla basilicata alla Campania fino alla Calabria più profonda, l’italia ha sparsi lungo la dorsale appenninica alcuni borghi fantasma straordinariamente intatti; entrarci significa, come in una storia fantastica o in una favola, scoprire un mondo fermo, congelato a oltre mezzo secolo fa. L’itinerario inizia da rocca calascio, in pieno massiccio del Gran Sasso, in Abruzzo. curve a gomito e saliscendi anticipano l’arrivo a Calascio, paese dall’immutato splendore di un tempo dominato dalla più interessante rocca.

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