Agli inizi del novecento venne presentata al parlamento argentino una proposta di legge affinché l’italiano divenisse lingua ufficiale dello stato. Giustificata dal fatto che i nostri connazionali erano la presenza più cospicua tra tutti i cittadini della repubblica sudamericana. non passò, anche per lo scarso interesse che il regno d’Italia portava ai suoi emigranti, non sostenendoli affatto.
In una Buenos Aires dove nel 1889 si contavano centododici nati all’estero ogni cento nati in Argentina, gli italiani erano ormai maggioranza, e continuavano ad aumentare. Migliaia di famiglie si accalcavano in edifici malsani, spesso di una sola stanza, dando vita a un’edificazione precaria e selvaggia che vedeva sopraelevare i piani e occupare i cortili con baracche di legno coperte di lamiera ondulata. formicai umani chiamati conventillos, che fornivano un tetto a sette stranieri su dieci.
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