Al tempo di eliseo viveva a sunem una donna generosa e pia che, riconoscendo nel profeta un uomo di Dio, gli offriva accogliente ospitalità. questa donna, però, era sterile. eliseo, chiamatala a sé, le promise che l’anno seguente avrebbe stretto tra le braccia un figlio. E la parola del profeta si realizzò. Il bambino nacque e crebbe colmando di gioia la madre.
Ma un giorno, mentre era nei campi con il padre, fu colto da un forte dolore alla testa e dopo poche ore morì tra le braccia della madre affranta. commovente e pervasa di pathos è la descrizione di questa scena, quasi un delicato bozzetto della pietà: «il bambino stette sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì» (2re 4,20). Questo versetto ci comunica con intensità il dramma della sunammita e ci coinvolge facendoci rimanere in silenziosa empatia accanto a quella madre avvolta nel suo dolore e a tutte le madri di ogni tempo e luogo nella medesima prova.
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