Che cosa ci si aspetta di trovare nella terra promessa, là dove scorrono il latte e il miele e dove Gesù ha mosso i suoi passi dall’infanzia alla resurrezione? Senza dubbio meraviglie: e, siccome chi cerca trova, non c’è pellegrino che non abbia in qualche modo parlato delle stupende gemme che si trovano nel deserto o degli animali favolosi che vi s’incontrano.
D’altra parte, la realtà può essere falsata o incompresa, mai tradita del tutto e definitivamente: accanto alle narrazioni commosse e stupite prendono posto anche le evocazioni delle miserie, delle crudeltà, delle durezze di una terra arida, difficile, ingrata eppure costantemente contesa. da una parte i mirabilia che fanno parte di quella che, non a torto, è stata denominata “mitologia cristiana”: la regina di Saba, l’opulento languore del cantico dei cantici e le immagini di oasi e di giardini che esso evoca, la leggenda dell’albero della croce, i miracoli del bambino gesù narrati nei vangeli apocrifi, la visione della Gerusalemme fondata su pietre preziose che nell’apocalisse scende dai cieli «adorna come una sposa».
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