In ascolto della musica dell’essere

di Pierangelo Sequeri

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​La famosa espressione del filosofo Ludwig Wittgenstein, «di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere», contiene certamente un suggestivo richiamo all’onestà intellettuale (e gli scienziati, che ormai parlano di tutto anche loro, non siano troppo precipitosi nel rimandare l’ammonimento ai filosofi e ai teologi). la formula di Wittgenstein, di fatto, vale più che altro come un richiamo morale alla virtù della modestia (come teoria critica, infatti, sarebbe facilmente applicabile anche a tutto quello di cui Wittgenstein ha parlato).

Nella realtà, quella formula trascura in ogni caso l’immenso dominio di tutti quei significati dell’esperienza e del pensiero umano in cui sperimentiamo proprio questo: a rigore non potremmo parlarne, ma non possiamo assolutamente tacerne. vale per Dio, come ha chiaramente indicato San Tommaso, vale per il tempo, secondo la famosa esemplificazione di Sant’Agostino. ma vale anche per l’amore, come ormai dicono tutti. E anche del “perché della rosa”, secondo il celebre aforisma del mistico angelus silesius, si può dire la stessa cosa.

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