Tra le anime di Staglieno

di Alessandro Rivali

Nel cimitero monumentale di Genova capolavori del simbolismo e del liberty

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Staglieno, il cimitero monumentale di Genova, è forse la più straordinaria “città delle ombre” – delle “città senza tempo”, direbbe Boris Akunin, che ha indagato suggestioni e misteri delle necropoli di tutto il mondo. Staglieno ha qualcosa di irripetibile. Per le dimensioni (è tra i più vasti cimiteri d’europa), per la scenografia (all’interno c’è ogni tipo di paesaggio: architetture imponenti, gallerie, valli, boschi e boschetti, viali alberati, terrazze in lotta con la straripante vegetazione), per la qualità delle opere d’arte che s’incontrano tra i suoi labirinti.
 
Molti scrittori sono rimasti stregati dal fascino nero di questa città del silenzio che dal torrente bisagno stende le sue braccia sino alle vicine alture, invadendo ogni spazio. Il volume di Franco Sborgi Staglieno e la scultura funeraria ligure tra ottocento e novecento (Artema 1997) è uno straordinario zibaldone per penetrare i segreti di questo aldilà di marmo.

 

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