Il Requiem, prima e dopo Mozart

di Andrea Milanesi

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Ll’apporto di Mozart alla storia della musica è inferiore in termini di novità (ovviamente non di qualità) rispetto a quello di Haydn e Beethoven. per quanto l’affermazione appaia eretica, il maestro di Salisburgo ha interpretato al meglio (al massimo?) le forme preesistenti, incidendo in misura minore sulla loro ridefinizione. in ambito sacro esistono però un “prima” e un “dopo” Mozart.

Il suo requiem avvia di fatto la fortuna moderna della missa pro defunctis, proiettata però verso una dimensione che travalica l’originario contesto liturgico. prima del sigillo mozartiano la storia del requiem appare priva di una precisa connotazione; dopo, anche a causa della drammaticità del momento in cui Mozart scrive il suo (sul letto di morte), il requiem diviene il luogo preposto al confronto a tu per tu tra l’artista – più in generale, l’uomo – e il mistero.

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