Quando si contempla una cattedrale romanica o gotica si è subito attratti e incuriositi, e a volte anche spaventati, da doccioni, protomi, cornici, architravi scolpiti per rappresentare il male. Ciò soprattutto in forma di animali che dall’alto sembrano lanciarsi verso di noi con atteggiamenti di ferocia, di aggressione, di attacco. I capitelli di autun o le grondaie di chartres con una forza straordinaria narrano a chi visita la cattedrale la presenza del male, che assume forme e immagini diverse, ma sempre in atteggiamento di voler colpire, divorare, assalire il credente.
Nella parusia scolpita nella lunetta del portale sud della chiesa di san pietro a corrèze in francia vi sono addirittura due registri di animali feroci a rappresentare il male: leoni antropofagi, bestie a sette teste e cinghiali. A quei tempi il mondo e il cielo erano abitati da esseri, da forze positive o maligne, da angeli e demoni, perché la vita umana e cristiana era sentita e vissuta come una lotta necessaria per ottenere la salvezza.
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