In dialogo con la bellezza

di Gianfranco Ravasi

Giovanni Paolo II, nella memorabile Lettera agli artisti, rilancia la sfida per un fertile incontro

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​Quando si deve parlare di giovanni paolo ii dal punto di vista teologico-letterario, la prima immagine che ci attraversa la mente è la stessa che uno scrittore cristiano del III secolo, origene, aveva adottato all’inizio di un suo commento biblico: «come chi, messosi in mare su di una barchetta, viene preso da forte angoscia nell’affidare un piccolo legno all’immensità delle onde, così anche noi siamo in ansia mentre osiamo inoltrarci in un così vasto oceano».

L’insegnamento di giovanni paolo ii è, infatti, simile a un “vasto oceano”: quattordici encicliche, tredici esortazioni apostoliche, undici costituzioni apostoliche, quarantun lettere apostoliche, migliaia di discorsi e due libri, varcare la soglia della speranza (1994) e dono e mistero (1996).
Noi, invece, riserveremo ora un’attenzione particolare al suo magistero specifico sull’arte nelle vesti di pontefice.

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