A Reggio, un pomeriggio

di Antonia Arslan

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​Un vento soffice e nuvole vagabonde all’aeroporto dello stretto, piccolo spazio alla fine della terra: questa fu la mia prima immagine quando atterrai a reggio calabria. e la seconda, che mi fece sobbalzare il cuore per l’intensità delle memorie, dei versi, dei personaggi che si affollarono improvvisamente intorno al mio cuore, fu la visione dello stretto e della costa di messina: pareva di toccarla, ed era un altro mondo.

Feggio confluisce tutta verso il mare, con le sue strade regolari e diritte. E' una città curiosa, vispa, accogliente – e molto moderna, dato che fu completamente distrutta dal terremoto del 1908. ma gli alberi che sorvegliano la lunghissima via marina, la passeggiata a mare, loro, non sono moderni. Sono enormi, affascinanti giganti dall’aspetto di mostri antichissimi, che sfidano e circoscrivono la luce possente, con immense radici ramificate come serpenti oscuri, e traggono linfa e sostanza da una terra generosa.

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