Rinascimento

di Timothy Verdon

Dai capolavori di Masaccio e Raffaello alle opere di Andrea del Sarto, Pontormo e Rosso Fiorentino: i canoni, gli orizzonti e la crisi della grande stagione dell’umanesimo

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​Il periodo che chiamiamo rinascimento è assai lungo, iniziando con il quattrocento e arrivando all’aprirsi della stagione barocca, duecento anni più tardi. In realtà lo stesso barocco rappresenta – almeno nei suoi esordi italiani – un’ulteriore evoluzione dei canoni del rinascimento, che ai primi del seicento erano diffusi in tutta europa e in ogni forma d’arte e di pensiero, dalla pittura alla poesia, dall’architettura alla musica.

All’interno di questo ampio periodo rinascimentale ci sono stati, ovviamente, degli sviluppi, anche paradossali, e gli storici parlano di un primo rinascimento, un alto rinascimento e di quella serie di chiose su questo stile riassunta nel termine “maniera” o “manierismo”. Ma alcuni presupposti di base, costitutivi, più che di un linguaggio formale, di un orizzonte antropologico, rimarranno, seppur con mutamenti notevoli.

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