I pavimenti del cielo

di Franco Cardini

Eredità dell’antico, il cristianesimo fa dei tappeti musivi una mappa simbolica della fede, una geografia della salvezza

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​L’arte del mosaico, tanto parietale quanto pavimentale, sembra aver avuto origine nel vicino oriente e di lì essersi affermata in tutto il mondo greco ed ellenistico, raggiungendo forme di straordinaria perfezione durante l’impero romano. Essa doveva originariamente ispirarsi alle pitture e ai tappeti che nel vicino oriente servivano a decorare sia le pareti sia i pavimenti, ma con esiti stilistici molto diversi.

Di solito si eseguivano le opere musive usando “tessere” – cioè piccoli cubi o parallelepipedi – marmoree, di color bianco, rosso o verde-nero, che solo tardivamente, e per i soli mosaici parietali, furono sostituite con altri materiali più preziosi come la pasta vitrea policroma, che veniva addirittura dorata quando si trattava di dare l’impressione della luce solare e di circondare i personaggi raffigurati di un’aura divina.

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