Tornando in patria dopo lunghi anni di servizio sulle piazze del nord europa come agente del banco mediceo, tommaso portinari volle offrire a firenze, la sua città, una quota non piccola dei suoi cospicui profitti di banchiere attraverso la donazione di un grande e costoso capolavoro di pittura (gli artisti delle fiandre erano notoriamente e giustamente carissimi). Tommaso commissionò allora un’opera a hugo van der goes, famoso pittore fiammingo del xv secolo.
Quando il 28 maggio 1483 la grande tavola giunse a firenze, dopo un lungo viaggio per mare prima e poi sull’arno, fu issata all’altezza di porta san frediano da sedici uomini e trasportata in corteo alla chiesa di sant’egidio, a cui era destinata, nell’ospedale di santa maria nuova. Ed ecco il dipinto che sta nel cuore degli uffizi, nella sala dedicata a botticelli (qui sono esposte la nascita di venere e la primavera) a rappresentare l’altro polo della rinascenza europea, quella che trovava la sua ragione poetica nella mimesi del mondo visibile, nella rappresentazione dei minima di verità e di natura.
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