Rosso, giallo, blu, simboli in festa

di Franco Cardini

Dai canoni medievali alla teoria cromatica di Goethe, alle ideologie moderne: i colori del bene e del male, del vero e del falso, nelle diverse civiltà

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​Il mistero nella natura e nella nostra vita comincia da subito. crediamo di sapere tante cose, eppure ci sorprendiamo a ignorare le più vicine a noi, le basilari. non c’è ad esempio nulla di più difficile di fornire una definizione (e peggio ancora una spiegazione) di un fenomeno immediato e basilare come la luce. e, nella nostra esperienza, la luce si esprime in termini di colori: la luce è il colore, s’identifica praticamente con esso. eppure anche l’assenza di luce o la sua eccessiva intensità sono per noi causa di altrettante sensazioni cromatiche: il nero, il rosso, il bianco.

Fornire dei colori una definizione obiettiva riesce pertanto arduo. nei nostri dizionari, nelle nostre enciclopedie, se ne sottolinea difatti il carattere soggettivo, come “qualità associata dall’osservatore a un fascio di luce che colpisce il suo occhio”. Ma tale qualità, percepita dal singolo, è drammaticamente incomunicabile agli altri: nessuno di noi può essere certo che i suoi interlocutori, se egli nomina loro un qualunque colore, una qualunque luce, una qualunque tinta, percepiscano e intendano la stessa cosa che percepisce e intende lui.

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