Il mistero nella natura e nella nostra vita comincia da subito. crediamo di sapere tante cose, eppure ci sorprendiamo a ignorare le più vicine a noi, le basilari. non c’è ad esempio nulla di più difficile di fornire una definizione (e peggio ancora una spiegazione) di un fenomeno immediato e basilare come la luce. e, nella nostra esperienza, la luce si esprime in termini di colori: la luce è il colore, s’identifica praticamente con esso. eppure anche l’assenza di luce o la sua eccessiva intensità sono per noi causa di altrettante sensazioni cromatiche: il nero, il rosso, il bianco.
Fornire dei colori una definizione obiettiva riesce pertanto arduo. nei nostri dizionari, nelle nostre enciclopedie, se ne sottolinea difatti il carattere soggettivo, come “qualità associata dall’osservatore a un fascio di luce che colpisce il suo occhio”. Ma tale qualità, percepita dal singolo, è drammaticamente incomunicabile agli altri: nessuno di noi può essere certo che i suoi interlocutori, se egli nomina loro un qualunque colore, una qualunque luce, una qualunque tinta, percepiscano e intendano la stessa cosa che percepisce e intende lui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Abbonati a Luoghi dell’Infinito per continuare a leggere
La rivista è disponibile in formato cartaceo e digitale
Abbonati alla rivistaSei già registrato? Accedi