Il viaggio in terra santa ha recentemente posto papa francesco sulle orme di paolo vi, a cinquant’anni di distanza. la risonanza mediatica dell’evento ha fatto rivedere le immagini del passato e ha sovrapposto il primo al secondo. Ma anche in sede di giudizio storico possiamo condividere questa sovrapposizione ideale di profili. paolo vi, vale a dire, non è stato semplicemente uno dei più recenti predecessori di papa bergoglio, ma è stato colui che ha esercitato su di lui l’influenza maggiore e più incisiva.
In qualche modo francesco si colloca, storicamente, nell’onda lunga del montinismo. e non è un caso, dunque, che parlando di montini, egli lo abbia più volte appellato “grande”: «il grande paolo vi». bergoglio non ha solo ricordato il ministero petrino di giovanni battista montini, ma anche il suo precedente lavoro in segreteria di stato, accanto a pio xii, in particolare durante la seconda guerra mondiale, quando egli fu tra coloro che si impegnarono «nell’offrire aiuto morale e materiale, nel lenire le ferite del corpo e dell’anima e nel prestare assistenza ai senza casa».
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