Profeta della civiltà dell’amore

di Pierangelo Sequeri

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in una recente intervista si è affermato, a mio parere con ottime ragioni, che «la dottrina sociale della chiesa deve a paolo vi più di quanto si pensi» (sandro fontana). il tema centrale di questa ripresa della “dottrina sociale della chiesa”, alla quale il papa dedicò la populorum progressio (1967) e la octogesima adveniens (1971), è quello del “legame sociale”.

L’argomento, all’epoca oggetto di vaghe retoriche comunitarie (laiche e religiose) è letteralmente “esploso”. un avanzamento preciso, rispetto alla dottrina del “bene comune”: Che ne coglieva esattamente la soglia critica, in un contesto ormai segnato dalla tendenza dell’individualismo etico e del narcisismo di massa. La precisione dell’apparato categoriale impiegato da paolo vi era indubbiamente in anticipo sul lessico più corrente della predicazione ecclesiastica (per esempio nel cogliere la complessità dell’urbanesimo come focus della trasformazione della comunità-società in collettività-moltitudine).

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