Abbazie di campagna, gloria rurale

di Alessandro Beltrami

Attorno a Milano si dispone una rete di fondazioni monastiche in cui nel Medioevo la pratica dell’“ora et labora” ha modellato il paesaggio palmo a palmo

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Come una magnifica corona, emanazione in campagna dei cerchi concentrici su cui si dispone la città, una rete di abbazie fa da sentinella a Milano. la loro fondazione risale al XII secolo, epoca d’oro dell’europa. le accomuna una storia di glorie, di secoli (questi sì bui) di miserie e, per molte di esse, di nuove, recenti rinascite.
Sono una corona rossa, il colore dei mattoni con cui sono costruite. vivono ancora nell’habitat che loro stesse hanno modellato.

La città espansa arriva soltanto a lambire queste oasi nel verde, ultimi baluardi della lenta e fondamentale opera compiuta dagli ordini religiosi per rendere questa parte di pianura una delle terre più fertili del continente. nella campagna milanese, storia religiosa e dell’agricoltura, storia dell’economia e dell’arte coincidono. sulle mappe possiamo seguire lo sviluppo del monachesimo medievale, lo stratificarsi delle sue espressioni artistiche ma anche la trasformazione di una geografia di paludi e acquitrini in una terra in cui il sistema irriguo sembra modellato sulla perfezione delle meccaniche celesti. furono infatti le grange cistercensi a diffondere in tutta la bassa lombarda, ricca di acque risorgive, la pratica delle marcite. 

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