Il mensile di luglio

Numero 197 - 2015
Immagine copertina numero

Il dossier del mese

Sono un albero e scrivo le mie radici

Sono nato in campagna, al centro del quadrilatero che ha ai vertici Padova, Verona, Vicenza e Rovigo. Tra la casa, i campi, la stalla, la chiesa, il fiume e la scuola. Ero convinto che quel paesaggio era il mondo, che il mondo era tutto così. Che gli uomini erano, dappertutto, come i contadini. Li vedevo lavorare. Curare le bestie, in stalla. Arare i campi, schioccando la frusta. Giocare in osteria. Partire per le armi. Pensavo che dappertutto i battesimi, i matrimoni e i funerali si facessero come da noi, con la stessa idea della vita e della morte, del di qua e dell’aldilà, di Dio e della giustizia. Si cuoceva il pane una volta al mese nel forno del paese, si riempiva un cassone che poi s’infestava di formiche, sicché mettendo il pane in bocca si sentivano i passettini delle formiche che camminavano sulla lingua e sulle tonsille. Nostra madre c’insegnava a non sputare, perché le formiche sono animaletti puliti. Se in qualche casolare sperduto c’era un malato, si prolungava la processione per fargli visita, tutti i paesani, prete in testa.

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