Scrivere è un verbo che apprezza particolarmente la compagnia dei complementi di luogo. Si scrive a partire da una posizione (il moto da luogo coincide con il punto di vista, inevitabile in ogni racconto) e intanto si indica una direzione (un moto a luogo c’è sempre, nonostante le intenzioni e illusioni dell’autore: la favola ne sa sempre più di noi, perché ogni favola comporta la sua morale).
Si scrive, anzitutto, nella necessità dello stato in luogo.
Seduti da qualche parte oppure in piedi, come preferivano tra gli altri hemingway e goethe. e descrivendo un qualche posto, reale o immaginario che sia. tanto anche quelli reali assumono nella scrittura la patina della finzione e la finzione stessa ha, in parallelo, il potere di rendere reale l’immaginazione. prendete l’opera di tolkien, se non siete convinti. dove vi orientate meglio: tra le aule di oxford, dove il professore visse e insegnò, o per le contrade della terra di mezzo, a fianco di sam gamgee e di padron frodo, dello spodestato aragorn e dell’incantevole arwen?
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