«Dalle finestre di questa casa si vede il nulla» sembra dire sebastiano vassalli affacciato alla finestra per accogliere il visitatore nella sua antica canonica in mezzo alle risaie novaresi. chissà se pronuncia davvero quelle parole o sono una suggestione della memoria per ogni lettore della chimera, il suo successo che dura da venticinque anni?
Lo scrittore che vediamo riceverci sporgendosi dalle persiane è, in verità, una raffigurazione molto realistica in una delle opere in maiolica sulla facciata della sua casa, la marangana, trasformata in una quadreria all’aperto, che con il linguaggio dell’arte connota il mondo di vassalli e quasi lo riflette. nelle ceramiche infisse nei muri c’è infatti la letteratura, con le copertine dei suoi libri riprodotte in grandi tondi, e c’è la natura – con gli aironi e gli altri animali di queste terre, che scorgiamo sulle piastrelle ma abbiamo appena avvistato fuori, tra gli argini di campi sterminati che all’inizio d’autunno hanno il colore dell’oro, prima della trebbiatura e delle avvisaglie delle nebbie di quando comincerà a fare freddo.
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