200 volte Luoghi

di Marco Tarquinio

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Viviamo un tempo che sembra dominato dai signori dei muri e dei picconi, dai manovratori dei coltelli e delle ruspe iconoclaste, del filo spinato e delle mine anti-uomo. potere dei clamori mediatici attorno al peggio che accade, certo. ma anche della pervicacia con cui, in tante parti del pianeta e con terribile accanimento in terre che fanno parte del nostro spicchio mediterraneo di mondo, uomini di potere e di guerra si industriano a perseguitare, sradicare e uccidere, a sbarrare strade, a separare terre sorelle, a rendere sponde di mare e di fiume impraticabili, a distruggere i monumenti della bellezza e della spiritualità.

Di tali orrori diamo conto anche noi, ogni giorno, sulle pagine di “Avvenire”. Ma non scriviamo solo o soprattutto di questo, perché contemporaneamente cerchiamo di dare spazio ai gesti e alla voce di chi non si rassegna alla morsa soffocante degli umanesimi capovolti. a chi continua a unire e non a separare, a collegare e non a isolare, ad accogliere e non a respingere, a valorizzare e non a demolire, ad amare ciò che è buono e bello e ci avvicina alla verità. a chi custodisce la nostra comune umanità e l’universo che ci è dato. 

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