Bellezza, capitalismo e carità

di Antonio Paolucci

L’arte celebrava in modo superbo il successo economico della città e il welfare era il più avanzato d’Europa

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Città laica è sempre stata firenze. una città che praticava la moderna separazione dei poteri. lo si vede già nel suo assetto urbanistico. Da una parte c’è piazza del duomo, la sede del potere religioso con la cattedrale di santa maria del fiore, con il palazzo dei vescovi, con il battistero di san giovanni “umbilicus urbis” e palladio della città; dall’altra parte c’è la piazza del potere amministrativo e politico, piazza della signoria.

In mezzo, esattamente a metà dell’asse viario che unisce i due luoghi, c’è quella chiesa che non sembra neanche una chiesa ma piuttosto una munita fortezza, che risponde al nome di orsanmichele. E' un luogo sacro che è stato anche e soprattutto, per secoli, il luogo di rappresentanza delle arti e delle corporazioni. qui la città del lavoro, del denaro, della produzione e del mercato aveva, nel tribunale di mercatanzia e nelle statue dei santi protettori delle arti, la sua politica e istituzionale rappresentazione. Orsanmichele era insieme camera del lavoro, confindustria e camera di commercio. da lì, dal lavoro degli uomini che le arti associavano e tutelavano, veniva il denaro che finanziava i tesori d’arte che occupavano i palazzi e le chiese moltiplicandosi nella città e nel territorio.

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