Si è soliti definire “umanistica” la cultura italiana del tre-quattrocento, caratterizzata da una volontà di distacco rispetto alle tradizioni medievali e da un rapporto privilegiato con la civiltà classica greco-romana, intesa come modello al quale ispirarsi, anche se non da imitare pedissequamente; e nell’umanesimo si è abituati a vedere il momento preparatorio del rinascimento.
Termini come “umanesimo”, “umanista” e “umanistico” sono naturalmente moderni: essi hanno tuttavia la loro radice primaria nel culto delle humanae litterae, cioè della cultura filosofica e letteraria maturata soprattutto nella roma della “età aurea”, tra I secolo a.c. e I secolo d.c.; la ricerca di un modello stilistico preciso – che era anche modello etico – implicava scelte e scarti. Insieme con la restaurazione di una lingua latina letteraria più bella e corretta – la lingua di Cicerone e di Virgilio – si guardava evidentemente ai valori morali e politici che gli autori di allora avevano proposto.
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