Sette anni per ristrutturare la sede storica, adeguarla dal punto di vista tecnologio, selezionare le opere destinate a comporre il nuovo ordinamento delle collezioni, ricche di duemila dipinti, duecentocinquanta sculture, tremila disegni, ottomila incisioni senza contare le collezioni di arti decorative, dai ventagli ai peltri, dai bronzetti alle ceramiche. Un’attesa lunga, ripagata pienamente il 23 aprile scorso quando l’accademia carrara è stata restituita alla città di Bergamo. lo testimoniano anche le oltre ventimila persone che hanno visitato il museo nei primi tre giorni – a ingresso gratuito dalle 10 alle 24 – molte delle quali, specialmente nelle ore notturne, giovani.
Ora il percorso si sviluppa lungo ventotto sale distribuite su due piani, secondo un andamento cronologico dal quattrocento all’ottocento, articolato per aree geografiche; fanno mostra permanente di sé poco meno di seicento opere, in prevalenza dipinti (489), ma anche sculture (66), alcuni arredi (8), senza dimenticare le celebri carte dei tarocchi di francesco sforza. Centocinquanta dipinti sono stati restaurati, così come anche molte cornici che giacevano nei depositi e che per l’occasione sono state ricongiunte alle “loro” tele.
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