Pompei la città fenice

di Beatrice Buscaroli

Due mostre a Napoli e Milano raccontano le meraviglie riemerse sotto le ceneri del Vesuvio e il loro mito, mai tramontato dal giorno della riscoperta

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«Potranno le future generazioni credere che le campagne dei loro antenati sono scomparse in un mare di fuoco?». così plinio il vecchio commenta il cataclisma che nel 79 dopo cristo, nel volgere di poche ore, spazza via una delle più floride tra le colonie di fondazione greca e con essa sei secoli di storia. pompei è sommersa da cenere e lapilli; la vita di quella città si dissolve.

La storia di quella ricchezza sociale, antropologica, culturale sarebbe stata perduta per sempre, se alcuni eventi fortunati verificatisi all’inizio del settecento non avessero consentito la lenta restituzione di un patrimonio senza eguali: ercolano prima e, a pochi anni di distanza, pompei, riappaiono davanti agli occhi grazie alle campagne di scavo inaugurate nel 1738 e, con maggiore continuità e con sistemi di sondaggio e di recupero “moderni”, nel 1747 per volontà di Carlo III di Borbone, re di Napoli.

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