Sono stati gli ultimi nella vita e i primi a entrare nello sguardo di jack london, a testa alta, perché ritratti senza pregiudizi né quel tepore avvelenato che si addice alle scene di miseria domestica e oltremare. agli altri, agli “invisibili” perché caduti troppo in basso, ai “lontani”, vittime di guerre all’altro capo del mondo eppure simbolo della fragile condizione umana, e ai “primitivi”, sovrani di isole negli oceani del sud, puri anche se cannibali perché privi della ferocia del capitalismo, Jack London nella veste di fotografo ha dedicato straordinarie energie, come svela il bel volume jack london. Le strade dell’uomo. Fotografie, diari e reportage, a cura di Alessia Tagliaventi, con una lunga e appassionata introduzione di davide sapienza.
All’attivo un archivio di dodicimila immagini, scattate dal 1900 al 1916 negli anni travolgenti della produzione letteraria, e di cui il volume edito da contrasto (pagine 196, euro 19,90) propone quattro episodi fondamentali: l’inchiesta nell’east end di londra, le corrispondenze di guerra sul fronte russo-giapponese, la visione apocalittica di san francisco distrutta dal terremoto e l’epica avventura a bordo dello snark.
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