Tra i molteplici colori a cui Camille Saint-Saëns (1835-1921) ha attinto per dipingere l’affresco musicale del suo oratorio de noël prevalgono le tinte tenui e delicate, a tratti sfumate, tipiche della tavolozza sonora riconducibile alla tradizione francese tardoromantica. quelle che il compositore ha prediletto lungo tutto l’arco della sua luminosa carriera, costellata di grandi successi ottenuti come autore di sinfonie, concerti, suite orchestrali (come il celeberrimo le Carnaval Des Animaux), opere teatrali (su tutte samson et dalila).
Amico di Berlioz, Liszt, Wagner e maestro di Fauré, fu un pianista virtuoso (primo interprete dei suoi famosi concerti) ma anche un abile organista, come testimonia il ventennale servizio presso la chiesa della madeleine a parigi. Ed è proprio per le celebrazioni liturgiche di questa parrocchia che saint-saëns ha concepito il suo oratorio pro nocte nativitatis christi, destinato a un quintetto di cantanti solisti, coro di quattro voci miste, orchestra d’archi, arpa e organo. Un organico apparentemente ridotto, quasi cameristico, ma che non per questo gli ha impedito di esprimere la cifra peculiare della sua arte compositiva, in cui una raffinata scrittura musicale fonde sapientemente intimo lirismo e tensione narrativa con immediatezza espressiva e profondità di pensiero, affidando a una musica di forte impronta meditativa i caratteri insondabili del mistero della nascita del salvatore.
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