L’annunciazione dell’angelo a maria, nella meditazione che accompagna la recita del rosario, è nominata come il primo dei “misteri gaudiosi”. Il racconto si trova nel vangelo di luca (1,26-38). La narrazione evangelica, nella sua sobria immediatezza, sottrae enfasi e aggiunge potenza all’inaudito che decide l’umanità di Dio. Il legame passa attraverso la carne e il sangue del figlio, è destinato al nostro riscatto, è irrevocabile. D’ora in avanti esso è scritto nella nostra storia: e tale rimarrà per l’eternità. Perdere un essere umano, per Dio, diventa letteralmente come perdere un figlio.
L’arcangelo Gabriele annuncia l’impossibile, perché appaia con assoluta chiarezza la discontinuità del dono di dio con i possibili dell’uomo. Il precursore, Giovanni il Battista, è donato alla sterilità di elisabetta come un segnale anticipato di un evento che sta sulla verticale di una iniziativa di dio che dispone da sé il proprio annuncio. Nella storia precedente, in molti modi dio ha annunciato la sua misericordia e la sua risolutiva venuta.
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